Riportiamo un articolo di giornale sulla condanna dell’amministratrice di Innova Service Angela Di Marzio
Area Alfa Romeo: da 18000 posti di lavoro allo shopping e sci indoor per ricchi; questo è il modello di sviluppo della classe dirigente.
A marzo 2018 abbiamo pubblicato le seguenti valutazioni circa i progetti della borghesia e dei politici sull’area ex Alfa Romeo.
“Il Comune di Arese, Regione Lombardia e Città Metropolitana hanno chiesto al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) di avere nelle proprie disponibilità i fondi stanziati nella Legge Finanziaria del 2004 a favore del recupero dell’area ex Alfa Romeo. Le risorse stanziate nel 2004 erano state pensate per la reindustrializzazione, la promozione industriale e la riqualificazione dell’area oggetto dell’Accordo di Programma; le risorse ammontano a ben 53 milioni di euro. Ora gli enti del territorio, non contenti di quanto già incassato dagli oneri di urbanizzazione, tentano di aumentare il loro bottino appropriandosi di fondi che, nelle loro intenzioni, dovrebbero finanziare il potenziamento del sistema di trasporto pubblico, in particolare tra Arese e Area Expo. Secondo il Sindaco aresino Michela Palestra “è fondamentale legare lo sviluppo della nostra città e dell’area ex Alfa Romeo alle grandi trasformazioni che avvengono a due passi da noi, come quella dell’area che ha ospitato Expo. È l’unica strada possibile, ne eravamo convinti prima e lo siamo ancor di più oggi”. E’ necessario precisare che l’area ex Expo ospiterà facoltà universitarie, centri di ricerca farmaceutica, genetica e sociologica, sedi dirigenziali di multinazionali; nell’area ex Alfa Romeo, oltre al famoso centro commerciale, sono previste altre attività della grande distribuzione. Quindi i 53 milioni di euro dovrebbero, nell’intenzione dei “Signori della politica”, finanziare il trasporto di coloro che popoleranno il nuovo Parco delle Scienze verso lo Shopping Center. E in tutto ciò non una parola viene spesa circa il tema “lavoro, lavoratori e lavoro stabile”. Ci chiediamo come mai la politica non si sia preoccupata e continui a disinteressarsi dell’enorme riduzione di lavoro provocata dalla deindustrializzazione dell’area ex Alfa Romeo, del fatto che nell’intera area domini ormai solo il lavoro precario, del fatto che le ultime aziende produttive rimaste nell’area subiscano incendi e minaccino ulteriore contrazione nei livelli occupazionali. Fin troppo note sono le vicende degli operai dell’Innova Service o, quelle più attuali, degli operai della Caris. E ci chiediamo come mai la politica non si sia mai affrettata ad esigere quanto previsto dall’Accordo di Programma relativamente alla creazione di lavoro stabile da parte de Il Centro: lo shopping center avrebbe dovuto creare ben 2000 posti di lavoro stabile e, qualora ciò non fosse avvenuto, avrebbe dovuto risarcire gli enti locali per il danno arrecato. Perché la politica non chiede al Centro commerciale il rispetto degli accordi o il risarcimento? Perché la politica non chiede allo Stato i 53 milioni di euro per creare attività produttive che generino lavoro stabile? Probabilmente alla politica non interessa l’impoverimento delle famiglie del territorio, non interessa l’aumento dello sfruttamento, non interessa potenziare il trasporto per pendolari e studenti. Ciò che interessa alla politica è che tutti riescano a raggiungere comodamente il centro commerciale …”
Il nostro scritto risale al 28 marzo 2018, quasi un anno fa.
Purtroppo, ancora una volta, avevamo azzeccato le previsioni. Abbiamo doti profetiche? No, abbiamo solo capito, a nostre spese e da oltre trent’anni, che lo Stato borghese e gli enti locali borghesi non possono che legiferare a favore degli interessi economici borghesi. E i lavoratori diventano disoccupati o precari per ingrossare le tasche di speculatori pronti ad “ungere” la politica. E i lavoratori che diventano disoccupati o precari hanno famiglie sempre più povere, impossibilitate persino a curarsi, e hanno figli che sempre più spesso abbandonano la scuola per diventare precari impossibilitati a difendere i propri diritti.
Il piano fu ben congegnato, fin dal lontano 1987: 2 milioni e 500mila mq di stabilimento produttivo con 18.000 lavoratori sono spariti nel nulla. La storia delle mazzette fra Fiat e partiti di governo di quegli anni è nota. Oggi sono noti anche i nomi delle numerose società attraverso cui sono stati fatti transitare quantità infinite di fondi pubblici. Nel dicembre 2012 l’attuale proprietario dell’Iper, Marco Brunelli, dichiarò, in una intervista al Notiziario, che erano bel 14 anni che attendeva l’approvazione dell’AdP (Accordo di Programma) in base al quale l’area ex Alfa veniva destinata ad uso commerciale consentendo la costruzione del più grande centro commerciale d’Europa. Quindi Brunelli, già nel 1998, quando l’area era ancora di proprietà della Fiat, sapeva cosa sarebbe successo. Avevano preparato tutto. Avevano già imbandito un bel tavolo per banchettare alla faccia di 18000 lavoratori. Là dove c’era l’Alfa Romeo oggi c’è la cattedrale dello shopping con numeri da record: oltre 120 mila mq di estensione con 200 negozi, 13 ore di apertura giornaliera per 7 giorni su 7, 13 milioni di visitatori all’anno. Ma quanti lavoratori stabili al posto dei 18000 lavoratori dell’Alfa Romeo?
Gli unici a denunciare costantemente quanto stava avvenendo e quanto sarebbe avvenuto furono, e sono ancora, gli operai ex Alfa Romeo dello Slai Cobas. Abbiamo perso il lavoro, abbiamo subito denunce, pressioni, siamo stati spiati e pedinati, hanno tentato di comprare la nostra dignità. Abbiamo continuato a denunciare e a lottare contro lobby e potentati economici e politici che si stavano spartendo gli interessi sull’area dell’Alfa Romeo. Ci hanno abbattuto la storica sede del Consiglio di Fabbrica (requisendo lo storico murales degli operai e tutta la documentazione del CAF con dati sensibili che non sappiamo neppure che fine abbiano fatto) con la scusa di costruire un parcheggio fantasma di Expo ma, in realtà, con il chiaro obiettivo di attuare una vera e propria ritorsione politica nei nostri confronti.
Ma tutto ciò non è stato e non è sufficiente, devono continuare ad ingrassare. Sono pronti ad infilarsi in tasca anche gli ultimi mq rimasti disponibili e anche gli ultimi milioni di soldi pubblici. L’Accordo di Programma del 2004 prevedeva di destinare solo una parte dell’area Alfa Romeo ad uso commerciale (centro commerciale) e destinava 53 milioni di euro alla reindustrializzazione dell’area rimanente; inoltre il centro commerciale avrebbe dovuto assumere 2000 lavoratori del territorio stabilmente, altrimenti avrebbe dovuto dare ai Comuni coinvolti un risarcimento per ogni lavoratore non assunto stabilmente. Niente di tutto ciò si è realizzato. I 53 milioni di euro sono ancora fermi e nessuno li chiede per reindustrializzare l’area, Anzi, fra settembre e dicembre 2018, tutti i tavoli si sono riaperti frettolosamente per definire le varianti all’Accordo di Programma e ottenere, entro aprile 2019, l’approvazione dei Comuni coinvolti (Lainate, Arese, Garbagnate). Perché tanta fretta? Perché ad Aprile scade il mandato del Sindaco di Lainate e quindi il piano deve essere approvato prima che qualcuno possa rompere le uova nel paniere ad amministratori comunali, metropolitani, regionali e imprenditori. Ecco cosa è avvenuto in questi mesi. Alla fine di agosto 2018 i sindaci iniziano a fare pressione sul gruppo Finiper, proprietario dell’area di oltre 1 milione di mq da riqualificare, per vincolare la proprietà a realizzare infrastrutture adeguate prima di dare il via libera alla fase due del “sogno”. In cosa consiste il “sogno”? Costruire una pista da sci indoor che renda Arese come Dubai! Vogliono un impianto che “consentirà ai milanesi di allenarsi sotto casa per 365 giorni l’anno”. Allenarsi a sciare come a Dubai! Questo vogliono. Questa è la loro preoccupazione. Questo è il progetto (di interesse collettivo?) che sponsorizzano. Ma ancora non è sufficiente. Oltre alla pista da sci indoor da collocare nell’inutile parcheggio Expo (ossia nel luogo in cui aveva sede il Consiglio di Fabbrica), è previsto l’ampliamento dell’area commerciale (ad esempio con l’insediamento dell’ennesimo punto vendita Ikea). Ovviamente tutte attività che generano lavoro precario, sottopagato, parcellizzato; lavoro che non consentirà ai lavoratori di avere un reddito fisso, tutelato e che non consentirà ai lavoratori di organizzarsi per difendere i propri diritti (basti vedere l’attuale situazione lavorativa esistente all’interno del centro commerciale). E il Sindaco di Arese inizia pure a strizzare l’occhiolino al Sindaco di Città Metropolitana nella speranza che la pista da sci aresina venga tenuta in considerazione come sede delle future olimpiadi milanesi! Già pensano a come far soldi con le olimpiadi … Ma non basta ancora. Tutte le dichiarazioni pubbliche dei Sindaci del territorio vanno nella stessa direzione: rendere l’area del centro commerciale attrattiva, potenziare il trasporto pubblico e completare le infrastrutture che collegano l’area del centro commerciale-pista da sci-Ikea al progetto Mind del parco delle scienze (area ex Expo). Per fare ciò devono mettere le mani sul bottino di 53 milioni di euro che erano destinati alla reindustrializzazione. E qui la faccenda si fa interessante. I Sindaci non hanno insistito con il governo per avere dal Mise i 53 milioni ed usarli per reindustrializzare e creare lavoro (si sa, le fabbriche e i lavoratori puzzano, mentre i signori milanesi che verranno a sciare e fare shopping profumano); vogliono i soldi per appaltare lavori ad imprese amiche, vogliono riqualificare consumando ancora territorio per viabilità e infrastrutture che daranno lavoro solo ad imprese edili (magari mafiose, come già accaduto per il polo Rho-fiera ed Expo) che praticano il caporalato. Tutte cose già viste. E guarda caso, su questi interessi, l’accordo è bipartisan. La Lega a Roma ha presentato l’emendamento alla manovra di bilancio del governo per sbloccare i 53 milioni con la precisa finalità di usarli per sostenere la viabilità e le infrastrutture dell’area ex Alfa Romeo; il governo ha approvato (non ci risultano opposizioni del Movimento 5 Stelle che, se concorda con questo progetto a livello nazionale e governativo, non si capisce come potrebbe opporsi a livello locale nonostante le tanto sbandierate assemblee pubbliche contro il PD locale); il Pirellone leghista immediatamente procede con il via libera per il ripristino della vecchia tratta ferroviaria Lainate-Arese-Garbagnate (ex Rotamfer che entrava nell’Alfa Romeo) in modo che lo snodo ferroviario venga poi collegato alla metropolitana Rho-Fiera; il Presidente del Consiglio Regionale lombardo, illustre membro del PD locale, si dice entusiasta del progetto; i Sindaci locali del Pd e della Lega non vedono l’ora di mettersi la medaglietta per l’ennesima riqualificazione e riscuotere consensi e voti. Evidentemente il business è sempre trasversale. Come trasversale è la necessità di restituire favori alle clientele politiche. Ma una politica che ha clientele legate al mondo imprenditoriale farà gli interessi degli imprenditori o dei lavoratori? Nei fatti che abbiamo raccontato si trova evidentemente la risposta.
E ancora una volta non ci stupirebbe se avessimo ragione anche sul fine ultimo che hanno i ripetuti incendi alla Caris, azienda che si occupa di rifiuti e che si trova laddove dovrà essere costruita la nuova infrastruttura ferroviaria, ossia smantellare il poco produttivo rimasto nell’area con ulteriore perdita di posti di lavoro. Di certo la buona borghesia, fra lo shopping e l’allenamento nella nuova pista da sci, non vorrà sentire la puzza dei rifiuti e degli operai.
IL LUTTO E’ QUESTIONE PERSONALE. IL FERMO IMPIANTI DEVE ESSERE RETRIBUITO. Slai Cobas Pomigliano a tutela del salario dei lavoratori
Lo Slai Cobas rifiuta la logica del “lutto a comando” e tutela la retribuzione dei lavoratori.
PIATTAFORMA UNITARIA PER LO SCIOPERO GENERALE
CONTRASTARE LE DISUGUAGLIANZE RILANCIANDO IL CONFLITTO: UN CICLO DI LOTTE UNITARIE SULLA BASE DI UNA PIATTAFORMA CONDIVISA
Sabato 9 giugno a Milano si è svolta l’assemblea unitaria di buona parte del sindacalismo di base (Slai Cobas, Sgb, Cub, Si Cobas, Usi) che ha ottenuto un buon successo sia a livello di partecipazione che di consenso sugli obiettivi da raggiungere.
L’assemblea è l’esito di una serie di incontri fra le varie sigle aderenti che hanno saputo trovare un’intesa su una piattaforma comune di lotte. Tale piattaforma avanza proposte su salario, welfare, rappresentanza sindacale, diritto di sciopero, organizzazione del lavoro, pensioni, diritto alla casa, guerra e migranti.
Con queste proposte comuni si è voluto dare continuità al percorso di lotte condivise e già iniziato con lo sciopero dell’ottobre 2017. Partendo dalla consapevolezza che i governi neoliberisti che si avvicendano sono ormai inevitabilmente espressione del grande capitale globalizzato e che non possono che tradurre in leggi la volontà di distruggere lo Stato sociale, i diritti dei cittadini e dei lavoratori tutti, tutte le sigle sindacali aderenti hanno espresso la consapevolezza della necessità di lotte unitarie e di mobilitazioni generali che riportino in piazza e per le strade la voce degli sfruttati. Convinti che solo la mobilitazione e la lotta possano arginare la deriva reazionaria e repressiva, lavoriamo per costruire lo sciopero generale di ottobre 2018 con il massimo coinvolgimento dei lavoratori ma anche di tutti i cittadini .
CARIS, ENNESIMA POCEDURA DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO PER 82 LAVORATORI!
CARIS, ENNESIMA POCEDURA DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO PER 82 LAVORATORI!
Nell’area dell’ex AlfaRomeo di Arese, ancora una volta, a seguito delle varie vicissitudini verificatesi sul sito Caris, i lavoratori sono i primi a pagare l’ennesima procedura di licenziamento collettivo. Questi licenziamenti non rappresentano “solo” una riduzione di personale ma una ghiotta occasione per ristrutturare l’intero impianto, procedendo contemporaneamente al cambio di appalto.
Questo implica il cambiamento delle condizioni dei lavoratori poiché, di fatto, viene azzerato quanto maturato e non vengono erogate le quantità economiche previste dal recente rinnovo del CCNL di riferimento.
A tutto ciò si aggiunge il sospetto che l’intera operazione sia orchestrata ad arte per inserire nuovi elementi di speculazione nell’area ex AlfaRomeo di Arese dove e’ nato un centro commerciale tra i più grandi d’Europa e dove l’accordo di programma prevede ulteriori speculazioni che non creeranno lavoro stabile.
La coesione sociale del territorio e’ sempre più a rischio per l’impoverimento progressivo causato dalla diminuzione di lavoro stabile a favore del lavoro precario generato dalle attività speculative.
In questa situazione la politica non può chiudere gli occhi e tutte le forze politiche di governo e di opposizione non possono consentire che ancora una volta siano i lavoratori a pagare il prezzo dell’arricchimento di pochi .
Pe questo motivo abbiamo prontamente proclamato lo stato di agitazione per lunedì 30 aprile con un presidio davanti ai cancelli della Caris. Lo sciopero rimane ancora l’unico strumento per i lavoratori per difendere i propri diritti e attuare una efficace pressione sugli interessi padronali. E infatti la risposta non è si fatta attendere. La cooperativa che attualmente gestisce il lavoro in appalto da Caris ha prontamente non solo garantito, fra aprile e maggio, la retribuzione degli arretrati dovuti ai lavoratori, ma ha chiesto un incontro con le parti sindacali e i delegati dei lavoratori. L’incontro si terrà il 7 maggio e, qualora le proposte avanzate non saranno considerate soddisfacenti, saremo pronti a riprendere immediatamente la lotta.
OGGI COME IERI – RHO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA
“OGGI COME IERI, RHO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA”
DOMENICA 22 APRILE A RHO UNA GIORNATA PER FESTEGGIARE LA LIBERAZIONE E RILANCIARE L’AZIONE ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA IN CITTA’
La Rho antifascista e antirazzista invita tutte e tutti domenica 22 aprile dalle 15:00 presso l’area feste di via De Amicis 6 e nelle adiacenti piazza Visconti e piazza San Vittore per una giornata con musica, teatro, arte, cultura, dibattiti per festeggiare la Liberazione. “Oggi come ieri” – questo il nome dell’iniziativa – è un evento gratuito, interamente autorganizzato e autofinanziato, promosso da una rete di realtà sociali, politiche e sindacali del territorio che in questi mesi ha dato vita a un percorso pubblico per rilanciare l’azione antifascista e antirazzista in città.
Da ormai troppo tempo, in tutto il Paese, un dibattito politico segnato da toni razzisti, teso ad additare i migranti come causa di ogni malessere sociale, ha di fatto sdoganato partiti, movimenti e organizzazioni di estrema destra che si richiamano espressamente al fascismo. Anche al di là dei miseri risultati elettorali di queste formazioni, altri e ben più consistenti movimenti politici come la Lega di Salvini – che il recente successo elettorale rischia di sospingere verso i più alti incarichi di governo nazionale – hanno in comune coi gruppi neofascisti diverse gradazioni di razzismo, intolleranza, xenofobia, sessismo, omofobia.
Anche a Rho gruppi di matrice neofascista tentano di rialzare la testa. Solo qualche giorno fa, Casa Pound – un’organizzazione che ha l’infamia di chiamare i propri aderenti “fascisti del terzo millennio” – ha svolto un volantinaggio in centro dopo aver richiesto l’occupazione del suolo pubblico per un banchetto. Nei mesi scorsi la stessa formazione ha presentato candidati della propria costola giovanile Blocco Studentesco alle elezioni del liceo Rebora, per poi tenere a Rho un banchetto elettorale contrastato da una piazza antifascista che si è spontaneamente autoconvocata sulla scia di analoghe manifestazioni che hanno avuto luogo in tutta Italia.
Di fronte a questo tentativo dei gruppi fascisti e razzisti di darsi forma organizzata anche nella nostra città, le antifasciste e gli antifascisti rhodensi non staranno a guardare.
Crediamo inoltre che un passo ulteriore nella giusta direzione sia scardinare quel clima fatto di razzismo, guerra tra poveri, sfruttamento, emergenzialità e repressione che non può che costituire l’habitat naturale dove i gruppi fascisti possono radicarsi e crescere. Per questo, con la giornata antifascista di domenica 22 aprile, vogliamo dare visibilità concreta a quei meccanismi sociali virtuosi di solidarietà, apertura, accoglienza, mutuo soccorso ben vivi nella nostra città, nella quale razzisti e fascisti non sono i benvenuti. Una giornata che faccia vivere i sentimenti antifascisti e antirazzisti cittadini, espressi attraverso musica, teatro, arte, cultura, dibattiti, in continuità con la Rho che, a suo tempo, ha contribuito alla Resistenza combattendo i fascisti: oggi, la Rho antirazzista e antifascista non permetterà che la storia si ripeta. Su questa strada senza tempo, oggi come ieri, Rho ama la libertà e lotta per l’uguaglianza.
Domenica 22 aprile
OGGI COME IERI
RHO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA
Programma della giornata
Dalle 15:00 in piazza San Vittore:
– Giocoleria per bambini
– Capoeira Angola Milano (Palestra Popolare Hurricane)
– Spettacolo “In valigia” con Sebastian Burrasca
– Performance resistente con Teatro dell’Armadillo, Teatro Fornace e ARCICheDonne
– Parata antifascista con la banda FONC
– Teatro ¿?
– Coro About 500
Dalle 16:00 in piazza Visconti dibattito con:
– Erica Ardenti (Giornalista/documentarista)
– Walter Boscarello (Memoria Antifascista)
– Anna Camposampiero (Rete Nessuna persona è illegale)
Dalle 16:00 sul palco dell’area feste di via De Amicis 6:
– StraniBanda
– Punkazzisti
– RHNC
– Mr.Fuji
– Rap-Caverna Posse
– Antonello Taurino
– Germano Lanzoni
– Voodoo Chile Band – Milano
– Oscar Agostoni & Andrea Stanzone
– Junior Sprea & The Seniors live band
– ZULU 99 Posse Official (99 Posse) 99 minuti live
Presentano Giorgia Battocchio e Paola Piacentini (Radio Popolare)
Mostre :: Banchetti :: Bar & ristoro
Evento gratuito, autorganizzato e autofinanziato
Promuovono: ANPI Rho – ANPI Pero – ARCICheDonne (Rho) – Centro Studi Canaja – Collettivo La Sciloria (Rho) – Fronte Popolare – Movimento ALT! – Nabad / Spazio Mondi Migranti (Parabiago) – Rifondazione Comunista (Nord Ovest Milano) – SGB Sindacato Generale di Base – SI Cobas (Rho) – SLAI Cobas Alfa Romeo – SOS Fornace (Rho)
Fondi ex Alfa al trasporto pubblico. E nessuno pensa al lavoro…
Il Comune di Arese, Regione Lombardia e Città Metropolitana hanno chiesto al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) di avere nelle proprie disponibilità i fondi stanziati nella Legge Finanziaria del 2004 a favore del recupero dell’area ex Alfa Romeo. Le risorse stanziate nel 2004 erano state pensate per la reindustrializzazione, la promozione industriale e la riqualificazione dell’area oggetto dell’Accordo di Programma; le risorse ammontano a ben 53 milioni di euro.
Ora gli enti del territorio, non contenti di quanto già incassato dagli oneri di urbanizzazione, tentano di aumentare il loro bottino appropriandosi di fondi che, nelle loro intenzioni, dovrebbero finanziare il potenziamento del sistema di trasporto pubblico, in particolare tra Arese e Arexpo.
Secondo il Sindaco aresino Michela Palestra “è fondamentale legare lo sviluppo della nostra città e dell’area ex Alfa Romeo alle grandi trasformazioni che avvengono a due passi da noi, come quella dell’area che ha ospitato Expo. È l’unica strada possibile, ne eravamo convinti prima e lo siamo ancor di più oggi”.
E’ necessario precisare che l’area ex Expo ospiterà (chissà quando!) facoltà universitarie, centri di ricerca farmaceutica, genetica e sociologica, sedi dirigenziali di multinazionali; nell’area ex Alfa Romeo, oltre al famoso centro commerciale, sono previste altre attività della grande distribuzione. Quindi i 53 milioni di euro dovrebbero, nell’intenzione dei “Signori della politica”, finanziare il trasporto di coloro che popoleranno il nuovo Parco delle Scienze verso lo Shopping Center.
E in tutto ciò non una parola viene spesa circa il tema “lavoro, lavoratori e lavoro stabile”. Ci chiediamo come mai la politica non si sia preoccupata e continui a disinteressarsi dell’enorme riduzione di lavoro provocata dalla deindustrializzazione dell’area ex Alfa Romeo, del fatto che nell’intera area domini ormai solo il lavoro precario, del fatto che le ultime aziende produttive rimaste nell’area subiscano incendi e minaccino ulteriore contrazione nei livelli occupazionali. Fin troppo note sono le vicende degli operai dell’Innova Service o, quelle più attuali, degli operai della Caris. E ci chiediamo come mai la politica non si sia mai affrettata ad esigere quanto previsto dall’Accordo di Programma relativamente alla creazione di lavoro stabile da parte de Il Centro: lo shopping center avrebbe dovuto creare ben 2000 posti di lavoro stabile e, qualora ciò non fosse avvenuto, avrebbe dovuto risarcire gli enti locali per il danno arrecato.
Perché la politica non chiede al Centro commerciale il rispetto degli accordi o il risarcimento? Perché la politica non chiede allo Stato i 53 milioni di euro per creare attività produttive che generino lavoro stabile? Probabilmente alla politica non interessa l’impoverimento delle famiglie del territorio, non interessa l’aumento dello sfruttamento, non interessa potenziare il trasporto per pendolari e studenti. Ciò che interessa alla politica è che tutti riescano a raggiungere comodamente il centro commerciale….
Rho 21 gennaio presidio contro Casapound
Legacoop – Remissione della querela per diffamazione contro 2 delegati Slai Cobas Alfa Romeo
Venerdì 17 novembre 2017 si è tenuta l’udienza conclusiva del processo intentato dalla Legacoop Lombardia contro 2 delegati Slai Cobas dell’Alfa Romeo di Arese accusati di diffamazione per un volantino.
La dott.ssa Maria Rosa Busacca, presidente della X sezione penale del Tribunale di Milano, ha sentenziato di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta remissione della querela da parte di Legacoop Lombardia. Leggi tutto “Legacoop – Remissione della querela per diffamazione contro 2 delegati Slai Cobas Alfa Romeo”