Il presidio di lunedì a Palazzo Marino ha ottenuto un primo parziale risultato.
Le nostre rivendicazioni sono uscite dalle asfittiche stanze di via Bergognone e sono arrivate alle orecchie di Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali.
È un passaggio importante, perché le questioni che poniamo non sono di tipo burocratico-amministrative ma eminentemente politiche: qual è il modello di città che vogliamo costruire? Che ruolo ricoprono in questo modello i servizi ai cittadini? Di conseguenza: quanto vogliamo investire nel personale necessario a garantire questi servizi?
Al momento a queste domande non è stata data una risposta concreta: si registrano solo vaghe promesse da approfondire in tempi non chiari. Lo stato di agitazione deve quindi continuare. Dobbiamo battere il ferro finché è caldo, non abbassare la guardia e non cedere al primo segnale di distensione leggibile come passo avanti ma anche come tentativo di sgonfiare le nostre istanze. Ricordiamoci del maggio scorso e di come la vertenza collegata al buono pasto sia uscita ridimensionata da un arretramento collegato a promesse poi non realizzate.
Per questo chiediamo alla RSU e alle organizzazioni sindacali di calendarizzare altre iniziative di mobilitazione fino – se necessario – allo sciopero di tutte le lavoratrici e i lavoratori comunali.
Adl Cobas, Sial Cobas, Slai Cobas
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