La salute al risparmio: “Organico all’osso. Non riusciamo a curare tutti i nostri anziani”
di Cristina Bettolini – “il Giorno”
La denuncia degli infermieri e del personale che assiste gli ospiti della casa di riposo “Bosco in città“ di Brugherio: solo 2 operatori ogni 18 persone completamente non autosufficienti Infermieri e operatori socio-sanitari della Rsa Bosco in città di Brugherio in agitazione. Organico ridotto al minimo, spesso senza sostituzioni né integrazioni di colleghi che hanno perso la capacità di lavorare al 100% per malattie professionali croniche. E a rimetterci sono i pazienti.
“Ci sono due operatori ogni 18 pazienti – denuncia Pierpaolo Pergolini (ausiliario socio-assistenziale) delegato sindacale Cobas –, tutti non autosufficienti da lavare, imboccare e vestire. Prendiamo servizio alle 7 e alle 8.30 dovremmo servire la colazione, ma siamo in pochi e non riusciamo a soddisfare le esigenze primarie”.
Come spiega Massimo Dell’Orfano, coordinatore provinciale Cobas, la dirigenza della Kcs nelle strutture di Brugherio e Carugate riduce le prestazioni, tagliando le ore di servizio del personale: invece di 38 ore settimanali ne fa fare meno. In più, chi soffre di discopatie o malattie professionali grava sui colleghi sani, esce progressivamente dalle mansioni fino al licenziamento.
La struttura ha un centinaio di operatori tra Asa, Oss, infermieri e fisioterapisti”. “Di notte è un disastro – interviene un’infermiera –: c’è un’ausiliario per 36 pazienti, dislocati in due ali della struttura e un infermiere solo su 4 piani, mentre il medico ha solo la reperibilità. È una corsa continua per assistere tutti”.
Lo stesso succede in reception, sottolinea un’impiegata: “a fronte di un contratto di 165 ore, a gennaio ne ho fatte solo 85 e spesso il servizio rimaneva scoperto”.
La dirigenza della casa di riposo, dal canto suo, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.