Lo scorso 24 ottobre i confederali ed il Csa hanno sottoscritto un accordo sindacale che prevede l’attivazione del welfare aziendale nel settore sanitario. Nonostante il parere contrario della R.s.u. le Organizzazioni Sindacali hanno deciso di non rispettare le decisioni dei propri delegati e sottoscrivere l’accordo.
Accordo che riprende quanto già previsto nel C.C.N.L. del 21-05-2018, all’art. 72 “Welfare aziendale”.
L’intesa prevede di utilizzare 250 mila euro del fondo integrativo per la stipula di convenzioni sanitarie (sanità privata).
Riteniamo tutto ciò molto grave. Su un fondo complessivo di 2.053.160,57 euro, circa il 12% viene dirottato verso una forma di assistenza che non fa altro che alimentare l’uso della sanità privata.
Ed è questo che è inaccettabile. Ormai da anni confederali e soci hanno abbandonato la difesa del welfare pubblico (pensioni e sanità) facendo un opposizione di facciata.
Invece di difendere a spada tratta il servizio pubblico, hanno scelto di sedersi al tavolo della cogestione tramite la previdenza integrativa (Fondo Sirio Perseo e similari) e queste forme di Welfare sanitario che oggi vorrebbero far entrare anche al comune di Milano.
Noi riteniamo che la giusta strada sia quella di lottare affinché a tutti i lavoratori costretti allo smart working durante e dopo la pandemia venga riconosciuto un indennizzo per le spese sostenute; affinché venga dato un congruo buono mensa a tutti i dipendenti; affinché venga incrementato il fondo integrativo; per dignitosi rinnovi contrattuali; per l’istituzione della 14esima.
Quella di agevolare la sanità privata è una strada sbagliata che porta alla mercificazione della salute, che deve essere invece considerata un diritto universale.
Chiediamo che questi soldi ritornino nel fondo salario accessorio.
Scarica e diffondi il comunicato:
Welfare sanitario o svendita dei nostri diritti
A seguire il link all’articolo nel sito dei Cobas del comune di Milano:
https://multicobas.org/2022/10/30/welfare-sanitario-o-svendita-dei-nostri-diritti/