«Il Comune di Milano trovi una sede adeguata per i murales dell’ex Alfa Romeo di Arese che rappresentano una testimonianza storica delle lotte del movimento operaio nello stabilimento produttivo”. E’ l’appello dello Slai Cobas e di Maria Luisa Pani, la vedova di Giovanni Rubino, l’artista che li aveva realizzati nel 1978, scomparso nell’ottobre 2021.
I murales coprivano mura, colonne e soffitto del consiglio di fabbrica, insieme ad un dipinto su pannello raffigurante “l’operaio dell’Alfa Romeo con megafono, pensati da Rubino, realizzati insieme ad altri artisti come Renato Galbusera, Antonio Miano, agli studenti dei due licei artistici di Milano e dell’Accademia Brera, raffigurano la resistenza, gli scioperi del ‘43, la storia di Sesto San Giovanni, la ricostruzione, le scritte dell’articolo 3 della Costituzione, una manifestazione dei lavoratori dell’Alfa e della zona Sempione, a sinistra una vittima della strage dell’Italicus avvenuta nel 1974, a destra un’altra vittima dello stragismo fascista e di Stato di quegli anni. In base ad un accordo del 2014 tra Slai Cobas e Aglar, una delle società oggi proprietarie dell’area ex Alfa, sono stati staccati dal muro pezzo per pezzo con una colla animale, sono stati catalogati e numerati, attaccati ad apposite tele e portati in un deposito e nel laboratorio di un restauratore di Venegono Inferiore.
“Giovanni in quei giorni era stato più volte all’Alfa per discutere con noi del futuro dei murales, visto che il consiglio di fabbrica e la nostra sede dovevano essere abbattuti – raccontano Corrado Delle Donne e Renato Parimbelli, delegati Cobas – In tutti questi anni Giovanni ogni sei mesi ha chiamato il restauratore ed è andato nel laboratorio anche un paio di volte per vederli di persona. L’ultima volta è stato il 6 ottobre 2021, pochi giorni prima di lasciarci. Da qualche settimana i murales sono stati trasferiti in un deposito di via Rubattino a Milano”.
Da qui l’appello al Comune di trovare e valutare insieme al sindacato e alla vedova di Rubino l’esposizione in spazi idonei, con pannelli che raccontano la storia degli artisti autori dei murales, la storia dell’ex Alfa Romeo, in modo che diventi un’esposizione aperta al pubblico. “Questi murales hanno un valore storico e sociale, sono la memoria di una fabbrica e dei lavoratori che hanno lottato per difendere quel luogo di lavoro – dichiara l’avvocato Mirco Rizzoglio”.