Quando si muore sul lavoro spesso sono i sistemi di sicurezza o di prevenzione che lasciano a desiderare, sicuramente anche in questo caso, così come riferisce la stampa “sembra che non abbiano funzionato i sistemi di allarme del rilevamento della fuoriuscita di anidrite carbonica e azoto”, sono morti che si dovevano e potevano evitare.Può succedere infine, come è successo in tante altre situazioni, che i padroni se la cavano con una sculacciata e continuano a far lavorare gli esseri umani nello stesso modo.
Dal canto nostro siamo certi che le morti sul lavoro non sono accidentali ma si verificano perché i sistemi di sicurezza non funzionano o alcune volte non sono previsti, o solamente perché chi lavora è costretto a fare più ore di quelle contrattuali, e lavorare sotto stress con riflessi e percezione del pericolo ridotti, di fatto ogni morte sul lavoro si connota come un omicidio.
Basta guardare che nonostante leggi e leggine che regolano la materia della protezione e prevenzione, le morti e gli infortuni sul lavoro aumentano, drammatizzando una situazione che vede da una parte la difficoltà a trovare un’occupazione stabile e dall’altra per il timore di perdere il lavoro, ad accettare condizioni pericolose e discriminanti.
Non sappiamo ancora cosa con sicurezza cosa sia successo in questa ditta, ne se le condizioni di sicurezza era idonee e rispettate, ma di fronte a 3 operai morti ed altri feriti di cui uno grave, bisogna fermarsi e gridare ancora una volta la nostra rabbia.
LA FAME DI PROFITTO UCCIDE E CONTINUERÀ AD UCCIDERE CHI LAVORA, BISOGNA RIBELLARSI !
É compito dei lavoratori rispondere al sopruso continuo del capitale, accusando questo sistema di produzione come unico responsabile.
A questo “omicidio” il sindaco Sala e il premier Gentiloni si fanno sentire, si accorgono che sui luoghi di lavoro ci vuole sicurezza e prevenzione, sappiamo però che queste sono prese di posizioni formali e di facciata, e che le morti sul lavoro continueranno ad esserci, con il solito ritornello dei politi che sono il comitato d’affari di questo si sistema e si battono per l’aumento della produttività e dei profitti dei padroni, le quali cause creano morti e invalidi sul lavoro.
Siamo noi lavoratori che come classe antagonista al capitalismo dobbiamo difenderci !
- dobbiamo batterci per sistemi di sicurezza sicuri ed efficienti !
- per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario !
- basta con doppi turni e lavoro straordinario !
- basta lavoro precario e sottopagato.
La nostra solidarietà e il nostro cordoglio alle famiglie colpite da questo lutto, discutiamo e organizziamo nei nostri luoghi di lavoro la lotta contro condizioni di vita e di lavoro che possono portate a tragedie come questa contro lo sfruttamento e la schiavitù del salario.
Slai Cobas Milano