Negli ultimi 3 anni la dotazione organica del Comune di Milano è diminuita di 1.300 unità circa. A fronte di questa diminuzione le entrate correnti presenti nei bilanci di previsione degli ultimi due anni sono aumentate di 600 mln di euro, arrivando a quasi 4 mld di euro. Il combinato di questi due dati, molto sintetici ma anche molto significativi, tratteggia in maniera inequivocabile il disinvestimento dell’amministrazione comunale rispetto al proprio personale ed ai servizi gestiti in maniera diretta, col risultato di spalancare le porte alle continue esternalizzazioni di servizi.
Il caso della Cooperativa FEMA (agli onori della cronaca per il controllo giudiziario disposto dalla Procura di Milano a fronte di salari da 6 euro all’ora, sotto la soglia di povertà) è solo la punta dell’iceberg.
L’esito del tavolo sulle politiche occupazionali per l’anno 2025 conferma in sostanza questa tendenza, visto che prevede l’assunzione di poco più di 600 unità (vedi tabella allegata), numero molto simile a quello del Piano Occupazionale 2024.
Alla proposta iniziale dell’amministrazione, ancora più misera, da un nostro intervento è nata una discussione che si è conclusa con un leggero incremento delle assunzioni (poco più di 80 unità), in gran parte da effettuarsi attingendo alle graduatorie in scadenza dei profili di collaboratore, istruttore e funzionario amministrativo.
Questo ennesimo piano di impoverimento quantitativo del personale del Comune di Milano non è stato sottoscritto dalla RSU e dalle organizzazioni sindacali, che con qualche distinguo hanno anche evidenziato come nel panorama di una riduzione complessiva dell’organico il corpo di Polizia Locale sta invece registrando un numero di assunzioni superiore alle cessazioni, ahinoi a scapito degli altri profili.
Amaramente, dobbiamo constatare che avevamo ragione a chiedere alla RSU e alle organizzazioni sindacali di non fidarsi delle vaghe promesse dell’Amministrazione, di non sospendere lo stato di agitazione e di continuare la mobilitazione fino ad ottenere Piani Occupazionali che almeno portassero in parità il rapporto tra pensionamenti e nuove assunzioni.
Così non è stato, ma noi abbiamo proseguito e proseguiremo la lotta con nostre iniziative mirate a mantenere alta l’attenzione delle colleghe e dei colleghi su questo tema cruciale.
Un capitolo a parte nella trattativa sulle politiche occupazionali per il 2025 è stato dedicato alle progressioni verticali ordinarie, da tempo promesse ma solamente ora inserite nel piano, nella misura di 100 unità. Che difficilmente però – parola di Risorse Umane – potranno essere effettivamente bandite nell’anno poiché anche in quella Direzione manca il personale necessario. Ennesima dimostrazione di una generale e paradossale carenza d’organico che costituisce un problema non più rinviabile.
Siamo e saremo sempre di meno: saremo in grado di essere sempre più agitati?
Dobbiamo contrastare questo impoverimento che non solo ci danneggia come lavoratori, aumentando i carichi di lavoro e il relativo stress lavoro-correlato, ma anche come cittadini che hanno sempre meno servizi e di qualità sempre più scadente.
Organizziamoci, per cercare di invertire la rotta. Il servizio pubblico è un bene prezioso.
Anche per questo ti chiediamo ad aprile di votare i candidati
ADL Cobas, CUB, Sial Cobas e Slai Cobas
che troverai uniti nella lista Slai Cobas!
Nella seconda pagina del pdf, potete trovare la tabella fornita da Risorse Umane, relativa alle assunzioni previste nel 2025.
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