All’età di 79 anni, è venuta a mancare nella sua casa di Napoli, nel quartiere di Bagnoli, Mara Malavenda, operaia dell’Alfasud di Pomigliano d’arco, militante dello Slai cobas e Parlamentare per il sindacato di base tra il 1996 e il 2001.
La notizia è stata resta nota dagli stessi compagni dello Slai Cobas.
La sua forza, la sua combattività Mara la mise in opera oltre che in fabbrica, anche quando, eletta parlamentare per Rifondazione comunista nel 1996, fu espulsa dal partito guidato all’epoca da Fausto Bertinotti per aver negato la fiducia alla nascita del Governo presieduto da Romano Prodi, aderendo al Gruppo Misto e dando vita ai Cobas per l’Autorganizzazione.
Espresse sempre il suo voto contrario alle leggi e ai pacchetti che proprio verso la fine degli anni ’90 inasprivano la precarietà ed eliminavamo quelle tutele per i lavoratori conquistate con anni di lotte.
Rimasta celebre nella sua attività parlamentare, l’occupazione dell’ufficio della Presidenza del Consiglio. Ha detenuto per anni il record di emendamenti alle finanziarie. Non era un elemento folkloristico, era una lotta seria contro le finanziarie lacrime e sangue che i Governi Prodi, D’Alema e poi Amato imponevano a lavoratori e pensionati per l’entrata nell’euro.
Conclusa l’esperienza da parlamentare nel 2001, tornò in fabbrica dove riprese la militanza sempre serrata insieme ai compagni e alle compagne del sindacato di base, forse gli anni di ostracismo più duro della Fiat con l’avvento al Lingotto di Sergio Marchionne che, con il suo piano per la fabbrica di Pomigliano, avrebbe poi aperto la strada al Jobs Act attuato dal Partito democratico con Matteo Renzi.
Con Mara Malavenda, lo Slai Cobas ha raccolto e dato slancio alle istanze e alle lotte delle donne in fabbrica a Pomigliano, le prime assunte solo nel 1989 a Pomigliano, osteggiate dai sindacati confederali, i quali, lamentavamo che con “le donne in fabbrica si licenziavano gli uomini”.
Le parole più eloquenti per ricordare Mara sono quelle che ha rilasciato all’Ansa, Vittorio Granillo, esecutivo nazionale dello Slai Cobas, che per anni con Malavenda ha condiviso tante lotte in fabbrica e nei tribunali: “Chi come Mara ha lottato per cambiare le regole non muore, lei ha rotto il monopolio dei sindacati confederali, e ha lottato affinché nella Fiat a Pomigliano le donne avessero gli stessi diritti degli uomini”, ha ricordato.
Granillo ha poi aggiunto: “Ha fatto tante battaglie, e negli ultimi anni grazie alla sua caparbietà abbiamo anche ottenuto sentenze che hanno portato il diritto europeo in fabbrica. Una sindacalista che ha speso la sua vita per le lotte operaie, e che quindi vivrà per sempre nello spirito di chi resta.”
E non è retorica, chi ha conosciuto Mara, sa benissimo, che il suo coraggio, la sua caparbietà resteranno sia una pagina indelebile nella Storia del Movimento operaio italiano e non solo, ma saranno un esempio per le lotte che verranno.
L’ultimo saluto a Mara Malavenda sarà dato domani alle 10;30 nella chiesa Maria Santissima Desolata situata a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, in via Maiuri.