La casa di riposo di Cologno Monzese è gestita dalla Fondazione Mantovani
di Laura Lana – “il Giorno”
Dopo due anni, i dipendenti della casa di riposo tornano a protestare per le condizioni di lavoro estenuanti che mettono anche a dura prova la tenuta della qualità del servizio. Ieri pomeriggio, per due ore, gli operatori sono rimasti in presidio davanti alla struttura di via Dalla Chiesa, gestita dalla Fondazione Mantovani.
“Con la pandemia erano emersi diversi problemi, che in questi anni non sono stati risolti ma, anzi, la situazione è anche peggiorata – raccontano -. La criticità maggiore riguarda la carenza di personale che ormai è diventata cronica”. Manca almeno un operatore al piano. “Ce ne sono due ogni 21 ospiti. Un numero insufficiente per anziani fragili, ognuno dei quali ha le proprie esigenze. Non si possono standardizzare minutaggi e assistenza, siamo davanti a persone, non a processi aziendali”. Un concetto che viene ripetuto anche nei cartelli durante il presidio: “Lavoriamo con persone, non con oggetti”. ”
Per ogni ospite ci vogliono almeno 30 minuti solo per la vestizione, l’alzata dal letto, alcuni poi vanno imboccati perché non sono più autosufficienti – spiegano le lavoratrici -.
La mattina c’è il numero maggiore di attività. Oltre a questi compiti, c’è tutta la parte legata al bagno e all’igiene personale”. Il rischio è di un’assistenza peggiore. “Non si può correre, non siamo in catena di montaggio.
Questa casa di riposo è sempre stata rinomata per il suo livello di assistenza, qui si dava un servizio di eccellenza. Ora si fa davvero fatica”. Alcune colleghe storiche se ne sono andate altrove, anche dopo 10 anni di servizio.
“Sono aumentate anche le assenze per malattia, perché i turni sono estenuanti. Si fa fatica a trovare persone che vogliano fare straordinari la mattina, perché già la giornata ordinaria è massacrante”.
In questi due anni la direzione della Fondazione Mantovani ha incontrato più volte i dipendenti, “ma senza mai arrivare a una soluzione. Non c’è un piano di assunzioni.
Si chiede lo stesso risultato con meno dipendenti: è semplicemente impossibile”.
C’è poi la questione legata alla busta paga. “In due anni non abbiamo mai avuto aumenti né incentivi economici, ma solo un’una tantum quando eravamo in piena ondata Covid.
E i parenti degli ospiti ci hanno detto che le rette sono aumentate per la seconda volta, in questi due anni”.