Comune di Milano: chiusura sedi il venerdì, perché non abbiamo firmato

Il comune risparmia, pagano i lavoratori

Nel precedente comunicato abbiamo espresso i nostri dubbi sulla scelta dell’amministrazione ed abbiamo spiegato in sintesi le nostre proposte:

  1. Una parte dei risparmi va restituita alle lavoratrici e ai lavoratori sotto forma di ticket mensa e/o di una quota aggiuntiva nel premio di produttività;
  2. I giorni di smartworking obbligatorio del venerdì devono essere aggiuntivi rispetto a quelli previsti dai contratti individuali di lavoro agile;
  3. Coloro che opteranno per il nearworking (che è a tutti gli effetti equiparato al lavoro in presenza) devono avere a disposizione un adeguato numero di postazioni di lavoro ben distribuite nella città;
  4. A tutti coloro che svolgono smartworking o nearworking deve essere fornito un dispositivo aziendale, in aggiunta a quello in ufficio;
  5. Coloro che svolgono lavori “non smartabili” devono essere destinati il venerdì ad un’altra sede fissa e non devono essere fatti giostrare ogni settimana in una diversa sede di lavoro;
  6. I colleghi addetti alla custodia dipendenti di ditte private non devono perdere giorni di retribuzione.

Queste richieste non hanno trovato un adeguato riconoscimento:

  1. È vero. C’è l’impegno a versare una parte del risparmio realizzato nel Fondo dei dipendenti, ma non vi è nessuna quantificazione. Concretamente, di quale somma stiamo parlando?
  2. I giorni di smartworking obbligato del venerdì potranno essere aggiunti a quelli previsti dal proprio contratto individuale di lavoro agile solo a discrezione del proprio dirigente e comunque nel perimetro del totale semestrale di giorni di smartworking assegnati a ciascuno. Per capirci: se il mio contratto individuale prevede 4 giorni di smartworking al mese potrò per esempio a novembre farne 6, a dicembre però potrò farne solo 2;
  3. I lavoratori che volessero utilizzare la formula del nearworking, che per esempio consente l’utilizzo delle mense convenzionate, avranno a disposizione solo 67 postazioni, peraltro mal distribuite, in tutta la città. Essendo i colleghi coinvolti in questa “operazione risparmio” circa 2500 -nei palazzi di via Bergognone, via Sile, via Durando, via Pellico, via Vico- è facilmente prevedibile che le persone interessate al nearworking possano essere più di 67. Come verranno assegnati i pochi posti disponibili?
  4. I circa 300 lavoratori che svolgono attività “non smartabili” verranno ricollocati il venerdì in altre sedi (ma quali? e a fare cosa?) oppure verrà proposta loro una modifica dell’orario di lavoro (e anche in questo caso ci chiediamo di che tipo);
  5. Per quanto riguarda la fornitura dei dispositivi aziendali l’amministrazione non fa altro che reiterare l’impegno già assunto a marzo del 2021 ( e rispettato solo in minima parte) di garantire a tutti coloro che svolgono smartworking o nearworking un dispositivo portatile. Non vengono però specificati i tempi di questa fornitura;
  6. I dipendenti di aziende e cooperative interessati da queste chiusure non avranno alcuna garanzia di non perdere ore di lavoro e di retribuzione. L’Amministrazione si limiterà infatti a “sensibilizzare” su questo tema i gestori dei servizi comunali.

Insomma promesse vaghe e generiche e niente di più.
Ciò che è certo è che il Comune risparmierà ma a pagare saranno le lavoratrici e i lavoratori.

Adl Cobas, Sial Cobas, Slai Cobas

Scarica e diffondi il comunicato:

Chiusura sedi il venerdì – perché non abbiamo firmato

Link al volantino precedente, tratto dal sito dei Cobas del comune di Milano:

https://multicobas.org/2022/10/15/propaganda-sindacale-anti-propaganda-datoriale/