Giovedì 4 agosto – con circa 7 mesi di ritardo dalla sua scadenza naturale – è stata sottoscritta dall’Aran (che rappresenta il governo) e da CGIL, CISL, UIL e CSA, l’ipotesi di contratto nazionale degli enti locali per il triennio 2019-2021.
Il nostro giudizio è fortemente negativo. Per 5 semplici ragioni.
- L’incremento salariale, pari al 4,5%, è insufficiente a coprire l’aumento del costo della vita, visto che l’inflazione è ora vicina al 9%. Questo contratto sancisce dunque un ulteriore impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori di comuni, città metropolitane, provincie e regioni.
- Una quota sempre più importante di salario viene legata alla cosiddetta “performance individuale”, cioè alla valutazione dei dirigenti (pagellina).
- Il contratto recepisce un codice disciplinare e di comportamento particolarmente restrittivo delle libertà e dei diritti delle dipendenti e dei dipendenti, anche al di fuori dell’orario di lavoro.
- Per la prima volta un contratto nazionale degli enti locali si occupa di smart working, ma lo fa in termini penalizzanti per le dipendenti e i dipendenti, non prevedendo né il buono pasto né una forma di risarcimento per l’utilizzo dei propri strumenti e delle proprie utenze.
- Questo accordo sposta ulteriormente il potere di contrattazione a livello aziendale dalla RSU – che è l’organismo democraticamente eletto da tutte le lavoratrici e lavoratori, iscritti e non iscritti ai sindacati, e a cui partecipano tutte le organizzazioni sindacali – all’Organismo paritetico, a cui partecipano solo i burocrati dei sindacati che hanno firmato questo contratto nazionale.
Insomma, si tratta a nostro avviso di un altro contratto a perdere, con il quale salario e diritti vengono ulteriormente compressi.
Chiediamo che le organizzazioni sindacali che lo hanno sottoscritto – e che per un elementare principio di democrazia avrebbero dovuto presentare e discutere la propria piattaforma prima di sedersi a trattare con il governo – abbiano ora il coraggio di sottoporlo al giudizio e al voto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Noi restiamo convinti che i rinnovi contrattuali, sostenuti da adeguate mobilitazioni, debbano avere l’obiettivo di conquistare più salario e più diritti, non di certificare l’impoverimento e la sottomissione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Infine chiediamo che nell’attuale contesto di crisi tutti i i sindacati degni di questo nome si battano per reintrodurre un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all’incremento dell’inflazione, una “nuova scala mobile” che tuteli il potere d’acquisto di lavoratori dipendenti e pensionati di fronte all’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi di prima necessità.
Tabella Economica
Categoria | Aumento Mensile Lordo € | Arretrati Lordi € |
D7 | 104,28 | 2770,70 |
D6 | 99,28 | 2601,30 |
D5 | 92,28 | 2432,40 |
D4 | 92,65 | 2328,40 |
D3 | 91,82 | 2235,00 |
D2 | 90,66 | 2038,90 |
D1 | 89,74 | 1942,20 |
C6 | 92,65 | 2370,40 |
C5 | 90,55 | 2011,10 |
C4 | 88,75 | 1938,90 |
C3 | 88,33 | 1880,60 |
C2 | 88,11 | 1828,90 |
C1 | 87,40 | 1785,20 |
B8 | 89,51 | 2256,90 |
B7 | 88,01 | 1825,60 |
B6 | 86,40 | 1758,70 |
B5 | 85,20 | 1726,90 |
B4 | 85,09 | 1699,10 |
B3 | 84,09 | 1673,90 |
B2 | 83,48 | 1609,00 |
B1 | 83,37 | 1582,50 |
A6 | 84,58 | 2102,40 |
A5 | 83,58 | 1611,00 |
A4 | 83,17 | 1577,20 |
A3 | 83,06 | 1550,70 |
A2 | 82,75 | 1517,60 |
A1 | 81,95 | 1497,70 |
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