CARIS, ENNESIMA POCEDURA DI LICENZIAMENTO COLLETTIVO PER 82 LAVORATORI!
Nell’area dell’ex AlfaRomeo di Arese, ancora una volta, a seguito delle varie vicissitudini verificatesi sul sito Caris, i lavoratori sono i primi a pagare l’ennesima procedura di licenziamento collettivo. Questi licenziamenti non rappresentano “solo” una riduzione di personale ma una ghiotta occasione per ristrutturare l’intero impianto, procedendo contemporaneamente al cambio di appalto.
Questo implica il cambiamento delle condizioni dei lavoratori poiché, di fatto, viene azzerato quanto maturato e non vengono erogate le quantità economiche previste dal recente rinnovo del CCNL di riferimento.
A tutto ciò si aggiunge il sospetto che l’intera operazione sia orchestrata ad arte per inserire nuovi elementi di speculazione nell’area ex AlfaRomeo di Arese dove e’ nato un centro commerciale tra i più grandi d’Europa e dove l’accordo di programma prevede ulteriori speculazioni che non creeranno lavoro stabile.
La coesione sociale del territorio e’ sempre più a rischio per l’impoverimento progressivo causato dalla diminuzione di lavoro stabile a favore del lavoro precario generato dalle attività speculative.
In questa situazione la politica non può chiudere gli occhi e tutte le forze politiche di governo e di opposizione non possono consentire che ancora una volta siano i lavoratori a pagare il prezzo dell’arricchimento di pochi .
Pe questo motivo abbiamo prontamente proclamato lo stato di agitazione per lunedì 30 aprile con un presidio davanti ai cancelli della Caris. Lo sciopero rimane ancora l’unico strumento per i lavoratori per difendere i propri diritti e attuare una efficace pressione sugli interessi padronali. E infatti la risposta non è si fatta attendere. La cooperativa che attualmente gestisce il lavoro in appalto da Caris ha prontamente non solo garantito, fra aprile e maggio, la retribuzione degli arretrati dovuti ai lavoratori, ma ha chiesto un incontro con le parti sindacali e i delegati dei lavoratori. L’incontro si terrà il 7 maggio e, qualora le proposte avanzate non saranno considerate soddisfacenti, saremo pronti a riprendere immediatamente la lotta.