la Pecora Rossa n. 1/2018 newsletter dei Cobas del comune di Milano

In questo numero:

  • Elezioni R.s.u. noi ci saremo
  • Politiche occupazionali, oltre il danno la beffa
  • Ancora pagelline? Ma non dovevamo superare la Brunetta?
  • Contratto: resta il giudizio negativo

Meditate gente meditate e votate Slai Cobas

Elezioni R.s.u. noi ci saremo

Il 17, 18 e 19 aprile 2018 si svolgeranno le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) del Comune di Milano.
É un appuntamento importante, perché tutte le lavoratrici e i lavoratori potranno scegliere liberamente chi li rappresenterà per i prossimi 3 anni nel confronto e nel conflitto con l’Amministrazione comunale.

Ti invitiamo a partecipare e a votare per la lista Slai Cobas.

Siamo lavoratrici e lavoratori come te, decisi a continuare il nostro impegno a difesa della dignità, dei diritti e della salute, nostra e di tutti i dipendenti e le dipendenti comunali.
In particolare ci impegniamo:

  • Contro ogni forma di privatizzazione dei servizi comunali, che devono restare di proprietà pubblica per essere realmente al servizio di tutti i cittadini e non essere subordinati alla logica del profitto.
  • Contro la continua perdita di valore dei nostri salari, che non sono sufficienti a garantire un futuro dignitoso a noi e ai nostri figli.
  • Contro lo stereotipo del lavoratore pubblico assenteista e fannullone.

Per darci il tuo voto devi barrare il simbolo Slai Cobas ed indicare uno o due nominativi dei candidati presenti nella nostra lista.

Qui di seguito riportiamo l’elenco dei nostri candidati:

Maria Amato (servizi sociali), Ivan Bettini (biblioteche), Gianluca Cangini (bilancio e entrate, SIAL cobas), Antonio Cusimano (servizi al cittadino), Roberto Firenze (SIAD, SIAL cobas), Angela Foggetta (giovani), Piero Maestri (messi civici, SIAL cobas), Paola Masetti (biblioteche), Sergio Mazzarelli (biblioteche), Carmelo Ratone (bilancio e entrate), Davide Renoffio (mobilità e ambiente), Sonia Tondini (scuole civiche).

Politiche occupazionali, oltre il danno la beffa

Partiamo da un presupposto che non viene mai evidenziato a sufficienza: rispetto al piano occupazionale triennio 2015/2017, a 2018 inoltrato devono ancora essere assunti 12+67+48 nuovi colleghi inseriti nel piano ma ancora non aggiunti nella dotazione organica. Dati provenienti direttamente da Risorse Umane che qui ricordiamo per evidenziare il lassismo attraverso cui si muove l’amministrazione sul campo delle politiche occupazionali. O meglio dire: si è sempre mossa, tanto da sembrare oggi una prassi consolidata nemmeno commentabile che però droga in maniera determinante la sostanza delle politiche occupazionali.

Proseguiamo attraverso un altro presupposto: ad un tavolo sindacale in genere l’amministrazione presenta una posizione, pro azienda, le oo.ss. ne presentano un’altra, pro lavoratori, il risultato è una sintesi delle due posizioni. Come dobbiamo interpretare un tavolo che si conclude in 3 ore con in pratica la stessa posizione presentata dall’amministrazione?

Concludiamo commentando un singolo caso, la “reinternalizzazione della riscossione”: la Riscossione è stata reinternalizzata definitivamente nel 2014 (anno in cui il CC ne approva il nuovo regolamento). Oggi sui tributi e sulla Riscossione lavorano all’incirca 200 persone, di cui, a spanne, la metà è personale “esterno”, per via di due appalti (supporto riscossione e recupero evasione): 24 nuovi c1 amministrativo contabili (che verranno assunti come prassi, per cui da qui al 2020….) copriranno probabilmente i pensionamenti, di certo non copriranno l’esigenza di portare gli sportelli nei municipi, di certo non sostituiranno l’esercito di “esterni”, precari e non, che da più di 15 anni lavorano in settore. Esercito che è destinato al contrario ad ingrossarsi.

Quindi: le politiche occupazionali degli ultimi 30 anni sono state lo strumento che ha snellito la dotazione organica dell’ente spalancando le porte alle esternalizzazioni, contro cui poi diventa velleitario agire. A quando un’opposizione a queste, sullo stile del 2016 ma più decisa ad arrivare in fondo?

Ancora pagelline? Ma non dovevamo superare la Brunetta?

Entro il 30 Giugno le pagelle dei dipendenti della Pubblica amministrazione dovranno essere visibili sul sito web dell’Ente di appartenenza. L’ultima invenzione è la pagina web definita «Portale della perfomance» dove potremo leggere la valutazione del singolo lavoratore ma senza capire (ci mettiamo dalla parte del cittadino) i criteri e i percorsi dai quali scaturiscono voti.

L’ennesima operazione mediatica della Pubblica amministrazione, in applicazione della Riforma Madia vorrebbe essere una risposta ai bisogni dei cittadini, una sorta di servizio in più per registrare il gradimento dei servizi. Ma è solo uno spot pubblicitario di pessima qualità.
Come è possibile migliorare e potenziare servizi con uffici e direzioni senza personale, con strumenti obsoleti e chi andrà a verificare la idoneità degli obiettivi presentati ai dipendenti? Insomma, per dircela tutta, pagelle e valutazioni non servono a migliorare e ad accrescere i servizi pubblici, hanno un altro scopo: dividere i lavoratori e le lavoratrici, vogliono farci sentire sempre e comunque sotto osservazione per incutere paura.
Di sicuro il futuro riserverà sorprese e non certo positive, dobbiamo solo attendere gli obiettivi previsti dal nuovo testo unico del pubblico impiego con relativo decreto applicativo. Nel frattempo si continua a vendere fumo con le pagelle via web proprio quando i servizi pubblici vengono attaccati anche dalla previdenza e dalla sanità integrativa.
Proposte alternative? Via i patti di stabilità che obbligano al pareggio di bilancio, turn over , più assunzioni per migliorare i servizi e ridurre le file agli sportelli e le lista d’attesa.. Sarebbero segni tangibili di un cambiamento effettivo e non di fumo mediatico ad occultare le intraprendenze Brunettiane che non erano così invise ai suoi presunti detrattori.

Contratto: resta il giudizio negativo

In questa campagna elettorale per le R.s.u. i firmatari della preintesa contrattuale (Cgil, Cisl, Uil e Csa) si sono affannati a giustificare il loro operato.
Consci della ciofeca che hanno firmato hanno cercato mille scuse.
Per gli aumenti contrattuali, promettono una futura riscossa nel prossimo rinnovo, ma  perché in nove anni non hanno trovato il tempo per una seria mobilitazione dei dipendenti pubblici?
Hanno promesso di far abrogare la Brunetta con le sue pagelline ma di fatto hanno confezionato un sistema di valutazione che ne ricalca gli stessi principi

Blocco del turn over e blocco salariale hanno falcidiato il portafoglio dei lavoratori e aumentato i carichi di lavoro.

Ma il deficit pubblico invece di diminuire aumenta, a dimostrazione che non è legato al numero e agli stipendi dei lavoratori.
Da parte nostra confermiamo il nostro giudizio negativo, ricordando gli ingredienti avvelenati: nessun recupero degli arretrati, aumenti salariali ridicoli e offensivi, pagelline, licenziamenti facili, inasprimento del codice disciplinare.

Meditate gente meditate.

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